martedì 23 agosto 2011 ore 20,30 " Il vento del Prog Italiano " Chiostro dell' Immacolata a Piano di Sorrento.



“Progetti d’Autore” è un’iniziativa attraverso la quale l’Associazione Eta Beta vuole porre l’accento sull’importanza culturale della Canzone d’Autore come forma d’arte.

Martedì 23 agosto "Il vento del rock progressivo anni '70"



Mario Delli Franci, Francesco Cardone, Massimiliano Delli Franci, Fabio Russo -  Canto nomade per un prigioniero politico, R.i.p. (Banco del Mutuo  Soccorso).
Insipienti - Confessione (Biglietto per l'inferno), Profondo Rosso (Goblin)
Areton Club - Impressioni di settembre (Premiata Forneria Marconi), Parsifal (Pooh)
Hardogsbrani degli Osanna e dei Balletto di Bronzo
Verranno proiettati anche alcuni video degli  Area,  Demetrio Stratos,  New Trolls, Le Orme,  ecc.

Ospite d’onore della serata Lino Vairetti degli Osanna; interverrà inoltre Marco Gargiulo, produttore dell'etichetta discografica Sinusite Records.



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BREVE CRONACA DEL ROCK PROGRESSIVO ITALIANO


tratta dal sito: http://www.sezionemusica.it/


Verso la fine degli anni '60, quando il beat aveva ormai esaurito la sua vena innovativa, vennero alla ribalta altre esperienze musicali come i vari revival e la psichedelia.
In Europa, a differenza di ciò che accadde negli States che non vantano una tradizione musicale classica di una certa consistenza, l'interesse dei nuovi musicisti trovò modo di esprimersi anche attraverso la rivalutazione/rivisitazione del patrimonio sonoro sinfonico.
Questo orientamento creò le condizioni per l’instaurarsi di un diverso approccio nei confronti della musica, senza pregiudiziali di sorta.
Il rinnovato interesse per l'arte delle note, intesa come pura espressione culturale, fornì la base di partenza per dare origine ad un inedito genere musicale il quale si proponeva di anteporre i
risultati artistici a quelli commerciali.
La musica rock degli inizi fu espressione artistica quasi esclusivamente veicolata da ragazzi ribelli, fantasiosi, creativi che però non possedevano grandi conoscenze musicali né culturali.
Solo in seguito i giovani del ceto medio, provenienti dai college e dalle università e quindi con una cultura decisamente più elevata, iniziarono ad occuparsi della musica rock.
Nel vecchio continente, in particolare in Inghilterra, essi inserirono nelle proprie composizioni inedite forme di raffinatezza dovute in particolar modo alla loro discreta conoscenza della musica colta e del teatro.
Venne così a crearsi una nuova miscela di suoni nella quale riuscivano a convivere in piena armonia l'innato istinto selvaggio tipico del rock delle origini, il jazz, il blues, il folk, la musica sinfonica, il tutto impreziosito da raffinati e complessi arrangiamenti; era nato il rock progressivo.
Se il rock n’ roll degli anni ‘50 fu una dirompente novità, una frattura culturale tra generazioni, la trasgressione attuata attraverso atteggiamenti anticonformisti e provocatori, se il movimento acido psichedelico dei sixties può essere riassunto come un entusiasmante esperimento rivolto ad allargare gli orizzonti della mente, con il progressive la musica rock raggiunge la sua massima espressione e diventa adulto.
Da ragazzino irriverente ad adolescente dalla spumeggiante vitalità, il rock passa dunque all’età matura dimostrando di poter aspirare a traguardi artistici di ben più elevato lignaggio ed in molti casi pure in grado di competere con le opere dei grandi compositori del passato.
Checché ne dicano i detrattori il progressive è innegabilmente una delle poche forme musicali moderne che sono state in grado di traghettare il rock verso traguardi artistici di assoluto rilievo, al di là delle mode e di certi "opzional" che, bensì talvolta abbiano un innegabile valore intrinseco, poco hanno a che fare con la musica vera e propria.
I principali esponenti di questa avanguardia musicale rispondono ai nomi di Nice, Moody Blues, Yes, Gentle Giant, Emerson Lake & Palmer, King Crimson, Jethro Tull, Van Der Graaf Generator e, pur non potendoli definire propriamente progressivi, Deep Purple e Led Zeppelin i quali ebbero comunque un ruolo determinante sul nascente rock italiano.
Nel nostro paese, la canzone leggera tradizionale incentrata sull’inflazionato teorema per il quale amore doveva per forza di cose fare rima con cuore, aveva ormai il fiato corto.
Il beat made in Italy, ovvero l’arte di copiare gli hits stranieri adattandoli alle nostre esigenze, pur con i suoi limiti e contraddizioni, era riuscito comunque nell’improbabile impresa di portare un aria di freschezza e novità dalle nostre parti.
Ma il beat evidentemente non bastava più; i giovani artisti vedevano all'orizzonte nuove e allettanti prospettive per la musica tricolore.
I più illuminati tra di essi capirono ben presto che gli scenari musicali stavano mutando e c'era la possibilità per la musica moderna di casa nostra di potersi finalmente conquistare un posto di rilievo nel panorama internazionale.
Questo desiderio era sentito dai giovani musicisti come una sorta di riscatto, essendo l'Italia considerata musicalmente impreparata nel proporre musica rock di un certo rilievo.
Non vi sono dubbi che in quel periodo si respirava realmente un'aria diversa ed un'inebriante sensazione autorizzava tutti a pensare che i tempi fossero maturi per percorrere la via del rock italiano, quello che ben presto sarà simpaticamente etichettato come Spaghetti Rock.
Ma come avvenne in Italia il passaggio dalle monotone forme musicali leggere alla sperimentazione, alla musica impegnata, al rock progressivo ?
Ai già citati stimoli provenienti d'oltre manica va menzionata l'encomiabile determinazione dei musicisti nostrani a suonare la nuova musica pur avendo da superare ostacoli non indifferenti.
In particolare va ricordata la cronica refrattarietà dei discografici di allora ad avventurarsi su nuovi percorsi artistici e la quasi totale assenza, nel nostro paese, di spazi adeguati per i concerti.
Tuttavia grazie ad un pubblico ormai stufo delle solite banalità imperanti ed a pochi ma attenti impresari e discografici, vennero allestiti i primi raduni e festival di musica rock.

Contro CanzonissimaFestival D'avanguardiaNuove TendenzeDavoli Pop sono solo alcune delle rassegne alternative organizzate con il prezioso aiuto delle riviste specializzate Ciao 2001 e Re Nudo, all’epoca sempre in prima linea.
Questi eventi live furono testimoni di una notevole quanto inaspettata partecipazione di pubblico.
Gli affaristi del disco furono così colti di sorpresa e soltanto a quel punto decisero che era forse opportuno mettere sotto contratto i nuovi gruppi.
Essi comunque si mostrarono generalmente incapaci di distinguere tra i numerosi musicisti quali avessero realmente le carte in regola per una carriera all'insegna della professionalità.
Pertanto fu offerta l'opportunità di misurarsi con la nuova musica anche a mediocri strumentisti ed a gruppi canzonettari, convertiti dell’ultima ora, che niente avevano da spartire con il rock progressivo.
Si venne così a creare una confusione tale da nascondere le reali potenzialità ed il valore artistico che questo genere musicale era in grado di esprimere.
In sostanza mentre in Inghilterra la genesi del movimento progressivo fu innescata da artisti provenienti da esperienze musicali di tutto rispetto, maturate nell'ambito del jazz, del blues, del folk, della musica classica ed anche del teatro, dalle nostre parti accadde qualcosa di sostanzialmente diverso.
Troppi musicisti, in precedenza adagiati sul rassicurante giaciglio della tradizione canzonettara italiana, si improvvisarono esecutori di partiture strumentali sicuramente lontane dalle loro capacità espressive ed esecutive.
Assistemmo così alla nascita di un rilevante numero di gruppi molti dei quali non furono neanche in grado di arrivare al secondo appuntamento discografico.
Altri, nonostante le buone idee, l'ottima preparazione tecnica e una decisa personalità artistica, non andarono oltre la pubblicazione di uno o due album a causa della scarsa promozione radiofonica e televisiva tributata alla loro musica.
Ciò fu dovuto in prevalenza al boicottaggio sistematico dei centri di potere nei confronti del progressive e del rock in genere perché ritenuti politicamente spostati a sinistra.
In realtà non furono molti i musicisti che dichiararono la loro appartenenza politica ma quei pochi bastarono a far sì che la musica alternativa divenisse facile preda di una esasperata strumentalizzazione volta a far coincidere a tutti i costi la politica con la musica.
Un tale modo di vedere le cose contribuì pure a creare l'equivoco secondo il quale la libertà di aggregazione, di espressione, di partecipazione ai concerti dovesse per forza di cose coincidere con il diritto di assistere gratuitamente alle rappresentazioni.
La conseguenza fu che molti gruppi si trovarono a dover affrontare una lunga serie di difficoltà; esclusi dalle programmazioni radiofoniche e televisive da un lato, costretti ad esibirsi gratis (o quasi) dall’altro, pena l’eventualità di essere etichettati come fascisti.
Lo slogan riprendiamoci la musica insieme al mito del prezzo politico dei biglietti ebbero pertanto l'effetto nefasto di creare seri e crescenti problemi di sicurezza.
In definitiva, per poco più di un anno fu possibile assistere ai concerti di musica "alternativa" senza particolari problemi di ordine pubblico, ma presto arrivarono gli scontri tra le forze di polizia e le frange più estreme del pubblico che divennero di fatto la caratteristica costante delle esibizioni live di quegli anni.
Tutto ciò si protrasse per diverso tempo con il risultato che anche i gruppi stranieri furono costretti per un lungo periodo a disertare i nostri palcoscenici; suonare dal vivo in Italia era diventato assai pericoloso e controproducente.
Tuttavia malgrado questi problemi di natura politica, strutturale e organizzativa, l'eccezionale libertà espressiva e creativa di quel periodo così intenso e pervaso dal bisogno di libera informazione, di (contro) cultura, di comunicazione, di alternativa, ebbe il merito di far uscire la musica moderna italiana, quella autentica, dal ghetto in cui finora era stata relegata.
L'utopia divenne dunque realtà e formazioni come il Banco Del Mutuo SoccorsoLe Orme e la Premiata Forneria Marconi con la loro originalissima proposta musicale arricchita da calore latino e melodia mediterranea, iniziarono a scalare le classifiche di vendita.
Il loro modo di intendere il progressive fu apprezzato anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dove certo non ci si aspettava che dei gruppi provenienti dall'Italia potessero fare del rock a quei livelli.
La sorpresa fu talmente grande e positiva che musicisti del calibro di Emerson, Lake & Palmer offrirono l'opportunità sia al Banco che alla PFM di incidere per la propria etichetta discografica, la Manticore, alcuni album in lingua inglese espressamente per quel mercato: il risultato fu decisamente lusinghiero.
Al gruppo de Le Orme venne addirittura offerta l'occasione di collaborare con uno dei più geniali musicisti fuoriusciti dal panorama Rock Anglosassone, il leader dei Van Der Graaf Generator, Peter Hammill.
Attratto dalla bellezza dell'album compcet Felona e Sorona egli prese accordi con la formazione Italiana per tradurre in lingua inglese il lavoro.
Il discreto successo di critica e di vendite spinse Le Orme ad intraprendere una fortunata tournee in Gran Bretagna dove il gruppo si rese protagonista di uno splendido concerto al mitico Marquee di Londra……………e non è poco per un gruppo Italiano.
Non vanno dimenticati i New Trolls che furono tra i primi a proporre rock di un certo livello in Italia nonché protagonisti di uno dei migliori esempi assoluti di contaminazione tra musica classica e moderna, quel Concerto Grosso n° 1 ormai entrato nella leggenda.
Un posto di tutto rilievo ebbero anche il Perigeo, gruppo dedito più al jazz rock che al progressive vero e proprio, gli Osanna che coniugavano musica e teatro, i Delirium che riuscirono a portare alcuni hits in vetta alle classifiche di vendita, i classicheggianti Opus Avantra ed i favolosi Trip di Joe Vescovi autori di quattro album di notevole spessore tra cui spicca il capolavoro Caronte.
Un plauso a parte meritano gli Area, sicuramente tra i gruppi più rappresentativi di quel periodo e ancora oggi ricordati per la loro originalissima proposta fuori da ogni schema.

Demetrio Stratos, leader e cantante del gruppo, scomparso prematuramente nel 1979, era capace di intonare due (diplofonia) e persino tre (triplofonia) note contemporaneamente sviluppando una notevole potenza negli acuti.
Grazie a questa sua caratteristica ed alla grande preparazione tecnica dei musicisti componenti del gruppo, gliArea potevano avventurarsi in percorsi artistici difficili ed articolati, caratterizzati da una forte dose di inventiva, libertà espressiva e creatività.
In sostanza sembrava proprio che la musica Italiana si accingesse a diventare protagonista a fianco di quella proposta dai paesi guida, Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, mantenendo una propria identità e personalità facilmente individuabili.
Purtroppo però, a causa dei numerosi problemi accennati in precedenza, la stagione del prog in Italia non ebbe lunga durata ed il genere si esaurì nel giro di pochi anni spegnendosi insieme agli ideali che lo avevano ispirato.
Molti gruppi furono costretti a sciogliersi per motivi finanziari mentre i pochi che ebbero la fortuna di proseguire dovettero scontrarsi con una realtà di mercato sempre più difficile, aggravata dal disinteresse dei discografici e dei mass-media per un genere considerato poco "radiofonico".
L'avvento dei cantautori sancì, almeno per un lungo periodo di tempo, la fine del rock in Italia riportando la nostra musica fuori dai circuiti internazionali e relegandola di nuovo in un ristretto ambito locale.
Agli arrangiamenti ed all’architettura sonora, che nel prog rivestono un ruolo fondamentale, fu nuovamente attribuita un'importanza secondaria.
La musica tornava dunque ad assumere il ruolo di semplice accompagnamento, di gregario di lusso al servizio della parola, della poesia nel migliore dei casi.
Salvo le dovute eccezioni dell’epoca (Franco Battiato, Eugenio Finardi, Angelo Branduardi ecc.) la musica moderna italiana fu così ricondotta in quella specie di substrato intermedio dal quale, con un'impennata di fiero orgoglio, era riuscita ad emergere.
Il prog italiano dei seventies ha comunque lasciato ai posteri una nutrita serie di capolavori la cui valenza va ben oltre i limiti temporali e geografici ponendo la produzione tricolore di quel periodo ai vertici assoluti per quanto riguarda il lato squisitamente artistico e culturale di una musica da intendersi sicuramente con la "emme" maiuscola.
Poi vennero gli anni ottanta e come un fiume in piena trascinarono via tutta la musica alternativa italiana e straniera lasciando il posto soltanto ai lustrini, al disimpegno, alla banalità, alla disco music, ad un mondo preconfezionato fatto di plastica riciclata.
Soltanto a partire dallo scorso decennio la musica, quella con evidenti caratteristiche artistico culturali, ha avuto modo di imporsi di nuovo all’attenzione mondiale, ma in questa sorta di salutare rinascimento all’Italia spetta purtroppo il mortificante ruolo di paese capace solo di clonare modelli stranieri.
Almeno fino ad oggi, infatti, sembra che dalle nostre parti vi sia una rinuncia generalizzata a proporre rock italiano in favore di un rock anglo-americano semplicemente "italianizzato", perciò imbarazzante, privo di identità e originalità, omologato secondo i più rigidi canoni dettati dalle major discografiche.
Ciò accade sebbene il nostro patrimonio musicale folcloristico, sinfonico, operistico, della canzone tradizionale sia talmente ricco e vario così da costituire un immenso contenitore da cui poter trarre ispirazione.
A tal proposito non va sottovalutato il fatto che molti musicisti stranieri, proponendo una rivisitazione del loro patrimonio musicale, hanno trasmesso l’immagine del loro paese di appartenenza all’attenzione di tutto il mondo quasi sempre con risvolti positivi diretti e indiretti sugli aspetti non solo economici ma anche e soprattutto socio culturali.
Nel nostro paese qualcosa del genere, seppure in scala ridotta, è accaduto negli anni ’70 con il prog proposto dagli Area, dalla P.F.M., dal B.M.S., da Le Orme ecc.
Al momento sembra invece che la musica in Italia sia considerata tutt’altro che cultura ed espressione artistica degna di attenzione, perciò assistiamo al proliferare di artisti (?) che ben poco hanno a che vedere con l’arte delle note.
Naturalmente ci sono le dovute eccezioni ma la possibilità di emergere o semplicemente trovare una degna produzione discografica sono assai remote e musicisti validi, con idee genuine, talvolta geniali e determinati nel portare avanti un discorso di musica alternativa, intesa come espressione artistica diversa dalla solita mediocrità indotta, sono costretti a dibattersi tra mille difficoltà.
Oltre ai gia citati musicisti storici che hanno fatto grande il rock italiano dei seventies c’è inoltre un rilevante numero di gruppi minori che hanno contribuito con i loro lavori a scrivere pagine indimenticabili della nostra storia musicale.
Ad alcuni di essi, quelli più rappresentativi dal punto di vista dell’originalità della proposta, sono dedicate recensioni e notizie che potrete trovare nella rubrica Gruppi Prog Italiani.


ã 2002 Moreno Lenzi lenmor@libero.it

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